DMR – perchè adottare un Hotspot

Jumbospot simplex

Come è risaputo, lo standard digitale DMR, applicato al mondo delle trasmissioni radioamatoriali,si basa sull’interconnessione con la rete Internet.

Il nostro segnale, trasportato dalle onde radio, sino al più vicino ripetitore, viene poi digitalizzato e trasportato, con il tramite della rete Internet, di nodo in nodo.

Questo ci permette di effettuare QSO con interlucotori lontani, con relativa facilità e con grande fedeltà nella riproduzione del suono, che non subisce alcun degrado, al contrario del segnale trasportato solo dalle onde radio.

Il problema però si crea nel momento in cui la nostra collocazione fisica non ci permette di raggiungere con facilità un ripetitore.

Questo problema è particolarmente sentito da chi, come me, deve operare da una postazione svantaggiata, non solo al centro di una grande città, ma addirittura dal piano terra di palazzi assai alti che impediscono al segnale di propagarsi con facilità.

L’handicap logistico è facilmente risolvibile, agganciando un’antenna posta sul tetto del palazzo, ma si tratta di una soluzione scomoda se utilizziamo una radio Handheld o da palmo, detto all’italiana.

Quando ho iniziato le prime prove di ascolto, il problema si era posto immediatamente e praticamente non ascoltavo nulla, e non visualizzavo i nominativi di chi transitava sul TG.

La situazione era assai frustrante, avevo perso parecchio tempo ad imparare i comandi della radio, a programmare il Codeplug e poi non ascoltavo nulla !

Il mio hotspot non ancora chiuso nel suo contenitore

Una rapida ricerca mi ha fatto scoprire il mondo degli HOTSPOT, in pratica dei microcomputer Raspberry o similari, dotati di una scheda elettronica RF che si occupa di veicolare il nostro segnale radio, attraverso la rete Internet.

Il più famoso (lo vedete nella foto a fianco) si chiama JUMBOSPOT e si basa su un microcomputer Raspberry PI zero (indifferente se versione base, W o 2W) su cui gira un sistema operativo di derivazione Linux, già ottimizzato e comprensivo di tutti i programmi necessari al corretto funzionamento.

Il software necessario si chiama PI-STAR e può essere liberamente scaricato dal sito di Andy Taylor MW0MWZ, in varie versioni.

Sia la scheda del Raspberry che la parte elettronica dell’hotspot possono essere acquistate facilmente su AMAZON, in versione simplex o duplex, entrambe possono essere montate su Raspberry normale serie 3 o 4, oppure sulla serie zero.

Quest’ultima permette di impostare sulla nostra radio uno shift di frequenza, oppure di utilizzare i due canali per avere due DMR master diversi, uno per canale.

Io ho optato per la versione simplex a cui ho abbinato un Raspberry PI zero w, il tutto una volta assemblato e chiuso nel suo contenitore risulta essere piccolo la metà di un pacchetto di sigarette e quindi facilamente trasportabile.

Le sue dimensioni lo rendono prezioso anche in situazioni esterne, infatti utilizzati insieme al nostro cellulare in funzione di hotspot internet, consente di l’utilizzo della radio DMR, anche in zone non servite da ponti ripetitori.

Sullo store AMAZON troviamo sia la versione da assemblare sia versioni già assemblate ma, quest’ultime a prezzi decisamente alti, consiglio di acquistare la sola parte elettronica, generalmente fornita di un piccolo case metallico, dell’antenna e di un piccolo display da cira un pollice, più minuteria varia.

A questo aggiungeremo un Raspberry PI zero per completare il nostro Hotspot DMR.

Sul noto store online Aliexpress, troviamo tutto a prezzi decisamente inferiori, ma ovviamente senza la garanzia di consegna espressa e di assistenza post vendita che Amazon fornisce, quindi se volete risparmiare all’osso il sito cinese vi offre la possibilità di farlo, avendo anche un discreto assortimento.

Vi confesso che questo piccolo apparecchietto, ma assai performante, ha cambiato completamente la mia esperienza con il mondo DMR, consentendomi da subito collegamenti con vari OM, non solo italiani, ma anche di vari paesi esteri.

Questo piccolo Hotspot permette non solo di utilizzare il modo DMR, ma anche il DStar della Icom e il Fusion della Yaesu (ed altri), con la possibilità di interconnetersi tra i vari sistemi.

Al prossimo articolo per la descrizione dell’assemblaggio (semplicissimo) e della messa a punto del software.

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